Lo spazio neutro è un luogo di ascolto attrezzato e protetto dove ascoltiamo presso il nostro Centro La Casa di Nilla i bambini e i ragazzi allontanati dalle loro famiglie per maltrattamenti e percosse subite dai loro genitori. Dove favoriamo, se possibile, il loro rientro a casa. Laddove invece questo non è possibile, favoriamo e sosteniamo la continuità delle loro relazioni con i genitori.
In quest’ottica lo spazio neutro è un luogo qualificato, sicuro e possibilmente terzo, dove in un tempo definito e concordato tra le parti, co-costruiamo nuovi pattern e stimoli relazionali tra genitori e figli. Valutiamo le capacità genitoriali, aiutandoli a recuperare una relazione con i loro figli. Per tentare di riparare la frattura di fiducia creata tra il mondo dei bambini e dei ragazzi e quello degli adulti che troppo spesso ha calpestato i loro diritti, violato la loro infanzia.
A Catanzaro è attivo dal 2007. Grazie al progetto La Casa di Nilla plus sostenuto da Con i Bambini stiamo per attivare altri 4 spazi neutri in Calabria: a Reggio Calabria, Taurianova, Crotone, Paola. Oltre a quello di Catanzaro che affianca quello storico del nostro Centro. Per sopperire all’assenza di spazi neutri specificamente strutturati.
In cosa si differenzia lo spazio neutro del nostro modello operativo dagli altri spazi neutri
Con “spazio neutro” spesso si intende l’assegnazione a figlio e genitore di una stanza del servizio sociale con il monitoraggio di un operatore, spesso scevro da adeguate progettualità, riferimenti teorici e principi di diritto. Il cui unico obiettivo è quello di consentire una mera possibilità di visita tra genitore e figlio allontanati. Dove talvolta non sono possibili l’osservazione psicodiagnostica e l’intervento psicoeducazionale, nonché la raccolta di informazioni che coadiuvino le decisioni del giudice inerenti l’esercizio della responsabilità genitoriale. Dove gli operatori non sempre hanno una preparazione specifica sugli elementi teorici e tecnici basilari degli incontri assistiti, né sulle problematiche dei nuclei che osservano. Tantomeno sono sempre supportati da una supervisione che favorisca l’emersione delle molteplici problematiche e potenzialità espresse dalla famiglia durante il ciclo degli incontri assistiti.
Per correggere queste disfunzionalità dal 2007 sperimentiamo e sviluppiamo un modello operativo per la strutturazione, l’osservazione, la valutazione e l’intervento nei progetti di incontri assistiti tra figli vittime di abusi e maltrattamenti intrafamiliari e genitori maltrattanti. Cioè un modello concettuale del processo di valutazione della relazione genitore-figlio, basato sulla ricerca psicologica empirica e sulla meta analisi di specifici contributi della letteratura clinica e psico-forense.
Com’è lo spazio neutro di La Casa di Nilla in cui svolgiamo gli incontri assistiti
Il nostro spazio neutro è composto da una stanza d’incontro appositamente attrezzata e da una stanza di osservazione/valutazione, collegate da impianto audio-video e supervisionabili anche da remoto.
Lo spazio in cui svolgiamo gli incontri assisititi è specificamente dedicato e consono alle esigenze del bambino o ragazzo, nonchè alla sua relazione con il familiare (caregiver) e agli eventuali bisogni particolari di quest’ultimo.
È sufficientemente ampio, confortevole, accogliente. Per favorire un’interazione il più possibile “naturale”, simile a quella che avviene in un contesto familiare. Durante l’incontro non ci sono intrusioni esterne.
Nello spazio neutro ci sono un tappeto, un divano, tavolo con sedie. Usiamo giochi adatti alle diverse fasce d’età, libri o altri oggetti e strumenti (carta e colori) che utilizziamo come mediatori relazionali. C’è uno specchio unidirezionale. E anche un monitor collegato con impianto audio-video alla stanza d’incontro per permettere all’operatore di osservare l’incontro, limitare l’interferenza sull’interazione. Tuttavia prima informiamo sia il familiare (o caregiver) che il minore che saranno osservati.
Cosa si fa durante gli incontri assistiti nello spazio neutro
Le principali fasi degli incontri assistiti nello spazio neutro di La Casa di Nilla sono cinque:
- saluto ed interazioni d’accoglienza;
- esplorazione e rappresentazione spontanea dei reciproci stati d’animo;
- interazione su tematiche o attività (spontanee o prestabilite);
- rappresentazione dei reciproci proponimenti per il successivo incontro;
- fase di congedo.
Hanno frequenza settimanale e durano un’ora e mezza circa. Una simile gestione del timing ci permette di mantenere una certa continuità e fluidità nel rapporto diadico, all’interno del quale diviene possibile rintracciare i pattern relazionali tipici dell’interazione tra familiari (o caregiver) e figli.
È difficile indicare l’estensione temporale complessiva di un progetto di incontri protetti poiché questo dipende sia dalle peculiarità del singolo caso che dalle eventuali indicazioni dell’Autorità Giudiziaria committente. Tuttavia è fondamentale che gli incontri seguano una programmazione progettuale.
L’équipe multidisciplinare dello spazio neutro di La Casa di Nilla
Gli operatori della nostra équipe multidisciplinare che gestiscono gli incontri assistiti sono assistenti sociali, educatori, neuropsichiatri infantili, pedagogisti e psicologi. Sono operatori esperti che indirizzano la relazione verso il soddisfacimento dei bisogni di accudimento del figlio, valorizzando anche le competenze residue e le risorse dei genitori. Sono formati secondo il nostro modello operativo La Casa di Nilla.
E quindi anche negli spazi avviati a Reggio Calabria, Taurianova, Crotone, Paola nell’ambito del progetto La Casa di Nilla plus sostenuto da Con i Bambini gli operatori delle cooperative sociali partner che li gestiranno (cioè di Agorà Kroton cooperativa sociale, Futura cooperativa sociale, Res Omnia cooperativa sociale, Thalita Kumi cooperativa sociale) sono stati formati in specifici moduli del corso di formazione dedicato. E ricevono supervisione in loco o da remoto dall’équipe multidisciplinare del nostro Centro La Casa di Nilla.
Il ruolo dell’osservatore durante gli incontri assistiti nello spazio neutro
Durante gli incontri gli operatori dell’équipe multidisciplinare svolgono una funzione di osservatore. In un primo momento vigilano le interazioni con riguardo alla dimensione della tutela del figlio. Negli incontri successivi l’osservazione verterà sulla relazione diadica, sulla base della quale formuleranno gli interventi di supporto alla genitorialità.
L’osservatore rappresenterà preliminarmente il proprio mandato al minore e all’adulto che andrà ad osservare. Spiegherà loro le motivazioni e gli obiettivi degli incontri assistiti, nonché le regole del setting. Egli avrà poi il compito di accogliere e mettere a proprio agio il bambino o ragazzo e il genitore, prestando attenzione a che quest’ultimo sia in condizioni psico-fisiche adeguate ad affrontare l’incontro. L’osservatore avrà anche cura di garantire lo svolgimento dell’incontro al riparo da interferenze o elementi di disturbo esterni, quali telefonate, intromissioni di terzi, condizioni di temperatura improprie. Egli stesso si premurerà di osservare in condizioni libere da fonti di distrazione.
L’osservatore introdurrà determinate attività da svolgere durante gli incontri per stimolare determinati pattern relazionali. In linea generale, esse devono fungere da “facilitatore relazionale”. Comprendono:
- interazione libera per osservare e valutare la relazione genitore-figlio nella sua genuinità;
- gioco tra genitore e figlio;
- discussione di tematiche che il genitore dovrà affrontare col figlio su argomenti relativi alla loro vita personale, sociale o scolastica;
- compiti scolastici: il genitore aiuta il figlio a svolgerli;
- lettura di un racconto del genitore al figlio per discuterlo insieme;
- disegno congiunto da svolgere e poi commentare insieme;
- programmazione futura. Il genitore e il figlio progettano un’attività futura da svolgere insieme in uno dei successivi incontri.