Home > Blog > Come prevenire e intervenire sulla violenza dei giovani

Ci abbiamo messo giorni a trovare le parole per scrivere sulla violenza commessa da un gruppo di giovani a Palermo e a Caivano. Non è mai facile affrontare il dolore e la rabbia di episodi come questi. Nè affrontare le conseguenze. Specie se si tratta di reati commessi da ragazzi a danno di bambine o ragazze.

La nostra esperienza in La Casa di Nilla

In questi anni nel nostro Centro La Casa di Nilla, Centro specialistico della Regione Calabia per la cura e la tutela di bambini ed adolescenti in situazioni di abuso sessuale e maltrattamento, abbiamo visto cose, sentito racconti atroci da parte di bambine e ragazze che hanno subito di tutto, abusi, stupri, umiliazioni. Racconti dettagliati, con parole che tagliavano il silenzio. A volte espresse tra mille pause. A volte con un ritmo lento, con un tono distaccato, freddo, come se le emozioni fossero finite, seccate. E altre volte con pianti e lacrime. Racconti che ci sono arrivati senza preavviso, nonostante il nostro invito a fermarsi qualora ciò provocasse dolore. Racconti in cui l’orrore era già tangibile e non era necessario aggiungere dettagli.

La Casa di Nilla plus

Ne abbiamo viste e sentite tante. Abbiamo letto le testimonianze in alcuni processi, i verbali di denuncia. Non è la prima volta che leggiamo di violenze sessuali di gruppo. Con dinamiche più o meno simili agli episodi di Palermo e di Caivano. Sono violenze che non si possono accettare. Che ci spingono ormai da diversi anni ad adottare specifici interventi, non solo nei riguardi delle vittime ma anche nei confronti dei giovani che commettono reati sessuali, ossia dei c.d. Young Sex Offenders.

Pochi studi si occupano dei giovani autori di reati sessuali

Sebbene la letteratura specialistica internazionale comprenda molti studi relativi ai bambini e ragazzi vittime di violenza, sono poche le ricerche che si occupano dei giovani autori di reati sessuali o Young Sex Offenders. I pochi studi che affrontano il fenomeno derivano dalla letteratura d’oltroceano o nord-europea. Da questi si evince che è difficile risalire alle cause e alle motivazioni che inducono un ragazzo minorenne ad abusare sessualmente. Tra quelle prevalenti ci sono la presenza di idee ed esperienze distorte sulla sessualità e vissuti pregressi di violenza o trascuratezza.

La necessità di leggere meglio questo fenomeno a livello regionale ci ha indotto negli anni a svolgere attraverso il nostro Centro specialistico La Casa di Nilla un’intensa attività di studio e di ricerca volta a sviluppare un protocollo di riabilitazione il più possibile coerente con la realtà dei giovani autori di reati sessuali (nel nostro caso calabresi). Dal 2010 è attiva infatti la sperimentazione di un programma psico-socio rieducativo per giovani autori di reati sessuali o Young Sex Offenders realizzato in collaborazione con il Centro Giustizia Minorile per la Calabria integrando i servizi esistenti sul territorio.

La nostra strategia di intervento sui giovani autori di reati sessuali nel progetto I love you off and on line

Poi dal 2021 grazie al progetto sperimentale I love you off and online sostenuto da Con i Bambini nel bando “Cambio Rotta” condividiamo protocolli di trattamento specifici per autori e vittime, che integrano le risorse di rete attraverso apposite unità di lavoro multidisciplinari e interistituzionali in tutta la Calabria.

Nel progetto sperimentale I love you off and online stiamo adottando una strategia di intervento e una metodologia per prevenire e trattare la violenza sessuale commessa da giovani autori di reati sessuali che prevede di:

La strategia che proponiamo ha l’obiettivo di incrementare le conoscenze e competenze, metterle a disposizione dei ragazzi, della comunità educante, dei servizi e istituzioni territoriali.

Educare i genitori e i giovani autori di reati sessuali. Come

Il tema della violenza all’infanzia e adolescenza verso i bambini e adolescenti così come quella commessa dai giovani autori di reati sessuali è un tema troppo complesso per non essere trattato in sinergia con tutta la comunità educante responsabile nella crescita e sviluppo dei bambini e ragazzi. Genitori inclusi che devono essere parte attiva.

La nostra esperienza nel trattamento dei giovani autori di reati sessuali o Young Sex Offenders presso il Centro La Casa di Nilla e ora nell’ambito del progetto I love you off and on line rileva come spesso i genitori sono, consapevolmente o meno, collusivi con la condotta dei figli. Assumono atteggiamenti minimizzanti, giustificanti o deresponsabilizzanti, spesso addossano addirittura la responsabilità alle vittime. La funzione educativa dei genitori è uno degli snodi centrali della crescita dei ragazzi da supportare e implementare attraverso specifici interventi. Come il parent training per far acquisire loro informazioni appropriate sulle condotte sessuali e relazionali devianti in età minorile e sulle loro conseguenze. Per favorire il dialogo familiare sui temi del rispetto, dell’affettività e dello sviluppo sessuale. O come i laboratori di educazione all’affettività e alla sessualità rivolti ai figli.

In questo senso gli interventi ai quali miriamo e che applichiamo nel nostro modello operativo non sono lasciati all’improvvisazione e alla sola buona volontà. Sono frutto di studio, ricerca e hanno come prerequisito l’analisi dei bisogni. Così come le attività, i servizi e le proposte rieducative che adottiamo partono da una consapevolezza maturata negli anni dall’équipe del nostro Centro La Casa di Nilla.

Le attività di prevenzione restano prioritarie per ridurre episodi di violenza

Prevenzione che significa agire prima per impedire che certe cose accadono, che sicuramente costa sacrificio e non porta risultati immediati. Ma che riteniamo necessaria.

Ecco perchè la prevenzione e il contrasto alla violenza contro i bambini e i ragazzi restano la nostra priorità:

  • prevenzione primaria per informare e sensibilizzare la comunità educante. Stiamo creando un kit didattico da distribuire nelle scuole in Calabria e in Italia per aiutare gli studenti, i docenti, le famiglie a riconoscere situazioni di maltrattamento e abuso, fornire conoscenze su cosa fare, come chiedere aiuto in modo efficace;
  • prevenzione secondaria per formare gli operatori coinvolti nella presa in carico di minori e famiglie in casi di sospetti di abuso sessuale;
  • prevenzione terziaria per inserire e avviare al lavoro i ragazzi privi di riferimenti familiari

“Serve fare prevenzione in ogni contesto di vita”. Il parere della psicologa Luisa Mellace

Abbiamo chiesto un parere alla psicologa e psicoterapeuta Luisa Mellace che gestisce i laboratori psico-rieducativi del progetto I love you off and on line e fa parte della nostra équipe multidisciplinare:

Il ripercorrere di questi fenomeni comportamentali anche nei giovani, evidenzia la necessità di programmare maggiori risorse e interventi di prevenzione, non solo terziaria e quindi sui giovani autori dei reati, ma anche di prevenzione primaria e secondaria in ogni contesto di vita: la famiglia, la scuola, la comunità educante tutta.

È indubbio che quello che accade susciti opinioni e commenti e che l’apertura globale del mondo dei social dia diritto di parola a tutti, e non solo a chi di questi fenomeni si occupa, li studia e interviene sul campo. Purtroppo a volte ciò accade a discapito delle conseguenze, le quali se da un lato espongono anche le vittime a una gogna mediatica e a rischio di vittimizzazione secondaria, dall’altro celebrano addirittura i colpevoli o presunti tali anche involontariamente. Laddove il peso dei “like” o delle condivisioni o il rimpallo nella rete di nomi, video e foto, diviene rapidamente decontestualizzato dal peso del giudizio, nella logica del “nel bene o nel male, purché se ne parli”, che spesso supera il concetto di giustizia, di legalità, ma soprattutto di rispetto.

Continua ancora

Questi fatti ci rivelano una società in cui esiste un problema educativo più generale, in cui il rispetto dell’altro non è più un valore, in cui l’espressione dell’affettività e delle relazioni è una cosa pubblica e acquisisce importanza in base alla notorietà che si riesce a raggiungere piuttosto che in base alla lealtà che si dimostra all’altro, in cui la deriva valoriale sta cedendo il terreno ad una primitiva vis roboris, alla legge del branco e del mantenimento del “potere”, se necessario anche sublimando la legge morale naturale o persino il sistema di giustizia più in generale.

C’è chi pretende “condanne certe e carcere duro o pena di morte”, chi chiede lavori forzati, chi invoca la castrazione fisica o chimica. Se la reazione di pancia, in presenza di tali fatti riprovevoli, è comprensibile per il comune cittadino, per noi che lavoriamo in questo settore non è tollerabile, né dovrebbe esserlo per il legislatore. Piuttosto, per evitare di tornare al Medioevo, il legislatore dovrebbe lavorare sul piano preventivo e pensare a sanzioni che siano in ogni caso compatibili con la Carta costituzionale. Che siano compatibili con la dignità umana.

Conclude la psicologa e psicoterapeuta Mellace

Quello che serve è parlare di educazione sessuale, di affettività, di relazioni e di rispetto, di corretto utilizzo dell’identità social, ma soprattutto occorre parlare di responsabilità delle proprie azioni, e di quelle degli adulti che a vario titolo intervengono nella vita dei giovani, sia nel sistema educativo, familiare, ma anche giuridico, che spesso questi giovani poco conoscono e poco considerano.

Non sappiamo se i ragazzi che hanno commesso lo stupro a Palermo siano recuperabili. Le azioni che hanno compiuto sono frutto di un vissuto quotidiano e gli educatori non possono guardarli con l’occhio della punizione. È chiaro che dal punto di vista della giustizia è giusto che paghino. Ma aumentare le pene è un modo semplice per evitare di spendere tempo e risorse per una seria prevenzione. Crediamo invece – e per la nostra mission e per i nostri valori – nella logica del recupero e del loro reinserimento educativo. Crediamo di dover imparare ad andare oltre l’emotività e imparare anche da questo orrore. Pretendere che, insieme alla punizione esemplare e alla certezza della pena per i giovani autori di reato sessuale o Young Sex Offenders, ci sia un lavoro educativo. Così come una serie di strumenti per limitare o vietare certe cose, per prevenire e contrastare la diffusione dei reati di violenza sessuale commessa da ragazzi minorenni.